Scienza: istruzioni per l’uso

Con l’evoluzione dei mezzi di comunicazione, la comunità scientifica internazionale ha potuto facilmente accedere a banche dati internazionali che difatti hanno accelerato l’interscambio delle informazioni utili a promuovere un rapido e notevole progresso scientifico.

Come per la scienza, anche noi abbiamo beneficiato dei mezzi di comunicazione e delle conclusioni delle ricerche scientifiche che vengono continuamente diffuse per incrementare il benessere collettivo e migliorare la qualità della vita dei singoli individui.

L’importanza del cibo, dello sport, della prevenzione, della profilassi, dei vaccini, del benessere psico-fisico e del relax; così come il pericolo dello smog, del fumo, delle droghe, dell’alcool e dei rapporti sessuali non protetti sono solo alcuni dei precetti che ci accompagnano sin dalla nascita e si ampliano ogni qualvolta una nuova scoperta scientifica viene diffusa; divenendo col tempo di dominio pubblico.

Quello che però ci fa pensare, sono proprio le divergenti conclusioni a cui talvolta giungono le ricerche scientifiche sullo stesso fenomeno oggetto di studio.

Un’alternanza sconcertante!

In effetti, le ricerche scientifiche giungono talvolta a conclusioni diametralmente opposte sullo stesso fenomeno oggetto di studio che spesso è anche di dominio pubblico, come ad esempio: uova sì-uova no, noci sì-noci no, caffè sì-caffè no, vino sì-vino no, cioccolato sì-cioccolato no e così via… La lista è lunga!

Quindi potremmo chiederci: ma com’è possibile tutto ciò?

Com’è possibile che nell’arco degli anni gli studi scientifici su un determinato argomento possano affermare, per poi smentire, per poi affermare nuovamente uno specifico meccanismo d’azione? Come può la comunità scientifica internazionale avere delle conclusioni così diverse tra loro ed alternarsi con studi che prima affermano, poi smentiscono ed infine affermano di nuovo?

Uno degli esempi più recenti su quanto appena descritto è riconducibile proprio alla pandemia di COVID-19 scoppiata alla fine del 2019.

Infettivologi, virologi, biologi, microbiologi, anestesisti ed altri professionisti del settore hanno prodotto una serie d’informazioni e di prescrizioni spesso divergenti o in taluni casi addirittura antitetiche.

Non solo!

Anche le organizzazioni scientifiche internazionali, come addirittura l’OMS, hanno contribuito a diffondere informazioni e protocolli diversi, alimentando quindi una profonda incertezza sia nella stessa comunità scientifica internazionale che nella popolazione mondiale.

Dalle affermazioni, quali: è una semplice influenza…, passerà in poco tempo…, non arriverà mai da noi…, la mascherina non serve a nulla…, basta un metro di distanza… e così via… siamo passati alla quarantena obbligatoria, alle polmoniti acute, alle terapie intensive, alla costruzione di nuovi ospedali, al distanziamento di oltre un metro, alla mascherina obbligatoria, ai test a campione ed infine al lockdown!

Pian piano si è quindi scoperto che era tutto il contrario di tutto… ma la cosa più incredibile è che anche durante la fase acuta della pandemia i professionisti del settore hanno avuto idee ed opinioni discordanti… Un caos totale…!

Ma com’è possibile?

In un dramma di proporzioni bibliche con migliaia di nuovi contagi e di morti al giorno non è possibile assistere ad un tale scontro di idee e di opinioni…, chiedendoci di rispettare ogni volta un protocollo nuovo come se si stesse procedendo per prove ed errori.

Non si può!

Non è possibile assistere ad uno scontro di opinioni surreale in una situazione di siffatta portata. Ogni giorno che passa l’economia perde pezzi, generando una crisi tra le più profonde e drammatiche della storia degli ultimi secoli, da cui non sarà facile venirne fuori e soprattutto in breve tempo.

Ma com’è stato possibile tutto ciò?

A chi o cosa credere? Non sarebbe stato meglio raccogliere maggiori informazioni o aver fatto degli studi incrociati prima di diffondere protocolli che possano positivamente o negativamente influenzare l’atteggiamento e l’opinione pubblica? A chi attribuire la responsabilità del diffondersi d’informazioni divergenti o totalmente antitetiche che disorientano la popolazione?

Tante sono le domande pendenti a cui si dovrebbe dare risposta e tante sono le criticità che la comunità scientifica internazionale dovrà prima o poi affrontare per far sì che in futuro vi sia una maggiore univocità e certezza d’informazioni atte a guidare le popolazioni in casi come quello che oggi stiamo affrontando.

Una cosa è certa però…: da questa esperienza ne usciremo tutti più attenti e molto più diffidenti e cauti prima di prendere alla lettera quanto ci viene calato dall’alto come una verità assoluta in cui credere!

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