“Mens sana in corpore sano”…dicevano i Latini…! “Mente sana in corpo sano”… diciamo noi oggi…!
Ma esattamente cosa significava questa locuzione latina? Qual è il nesso tra mente e corpo? Perché da anni sentiamo parlare di connessione tra attività fisica e quella mentale? Qual è il significato odierno di questa locuzione?
Beh… per dare risposta a queste domande dovremmo ripercorrere, almeno sommariamente, alcune delle tappe fondamentali che hanno caratterizzato l’attività fisica dalla nascita dell’uomo ad oggi.
Cerchiamo quindi di capire: cosa s’intende per attività fisica; come essa si colloca all’interno della società moderna; qual era il suo ruolo nel passato; qual è il suo ruolo oggi.
In estrema sintesi: l’attività fisica nasce con l’Uomo… praticamente!
Nell’età primitiva, l’attività fisica costituiva infatti la sopravvivenza stessa dell’uomo. O meglio, l’attività fisica era intrinseca alle dinamiche di sopravvivenza, essendo essa stessa parte integrante dell’attività giornaliera e grazie alla quale si raggiungeva una struttura corporea adatta ad interagire con l’ambiente circostante.
Il corpo era tutto in quel tempo! La sua forza, la sua robustezza, la sua agilità… erano i parametri fondamentali che permettevano la sopravvivenza stessa della specie umana!
Il corpo serviva a cacciare, a relazionarsi, a difendersi… a far sì che siamo ancora qui oggi a parlarne!
Nelle epoche successive, la società umana si è poi gradualmente evoluta e con essa si sono evolute anche le modalità d’uso dell’attività fisica che viene quindi plasmata in forme ludico-sportive utilizzate come strumento di associazione, di divertimento, di lucro, di prestigio e di predominio.
Nasce così la competizione! Competizione che prende forma attraverso le sfide, le gare, i duelli… tra singoli individui o gruppi di individui: per cui l’attività fisica inizia ad assumere un ruolo diverso, in quanto veniva praticata come attività strategica per raggiungere differenti obiettivi.
Si poteva competere per creare relazioni… Si poteva competere per puro divertimento… Si poteva competere per ottenere delle ricompense… Si poteva competere per ricevere premi o gratificazioni… Si poteva competere per dirimere le controversie o per risolvere talvolta i conflitti (utilizzando solo due o più avversarsi anziché interi eserciti per determinare il predominio o la vittoria su cose o persone).
Per questo l’attività fisica inizia ad essere considerata, studiata, praticata, promossa, sostenuta…!
Ed è così che in epoca Romana prese vita la famosa locuzione di Giovenale: “mens sana in corpore sano”… che intendeva mettere in risalto due aspetti fondamentali dell’essere umano: la sanità dell’anima e la salute del corpo, e quindi l’attività intellettuale “connessa” a quella fisica.
Oggi, però, tale locuzione viene utilizzata come sinonimo di unità psico-fisica: in quanto viene interpretata come bilanciamento mente-corpo, per il quale è stato scientificamente dimostrato una stretta correlazione tra le capacità motorie e le capacità attentive e mnemoniche di una persona.
Sì, oggi…! Proprio oggi che ci affanniamo ad essere accettati… Ci affanniamo a seguire un modello… Ci affanniamo a raggiungere un obiettivo… Ci affanniamo a competere con gli altri… Ci affanniamo a primeggiare…!
Ed è per questo che oggi tale locuzione viene talvolta “parafrasata”… per cui l’attività fisica viene stravolta, denaturata, plasmata ad immagine e somiglianza di un qualcosa di effimero ed estremamente deleterio… irreparabile, nocivo, alienante…!
Giornalmente assistiamo ad eccessi, abusi, dipendenze ed altri atteggiamenti estremi che portano ad interpretare l’attività fisica come un puro mezzo per raggiungere un solo scopo: apparire…!
Sì, apparire…! Apparire belli, apparire in forma, apparire al di sopra degli altri…! L’importante è essere accettati, vincenti, osannati, adulati…!
Ma non era questo il senso della locuzione di Giovenale e non dovrebbe essere questo il senso odierno!
L’attività fisica dovrebbe essere praticata al fine di ottenere un benessere psico-fisico che porti a recuperare di più, interagire di più, amare di più, vivere di più… e meglio!
Ma questo sembra un obiettivo nobile ormai… Sempre meno sono coloro che vogliono migliorare l’anima, il corpo, la mente… Sempre più sono coloro che vogliono migliorare solo il corpo, lo status, il riconoscimento…!
E quest’atteggiamento può portare nel tempo a gravi conseguenze… purtroppo!
L’integrazione massiccia, l’uso di sostanze dopanti, l’uso di droghe, l’uso di farmaci, la chirurgia estrema e molte altre pratiche sconsigliate, o talvolta illegali, possono causare gravi danni psico-fisici.
Problemi al fegato, ai reni, al cuore, ai polmoni… Problemi di depressione, ansia, smarrimento, insonnia… Disfunzioni neuro-motorie, fenomeni di gigantismo, trasformazioni fisiche… La lista è lunga!
Moltissimi sono gli effetti nocivi derivanti dall’uso di pratiche sconsigliate, o talvolta illegali, finalizzate ad ottenere un risultato puramente estetico o performativo piuttosto che un bilanciamento psico-fisico.
Nella relazione mente-corpo assistiamo quindi ad un doppio sbilanciamento: uno sbilanciamento verso il corpo ed uno sbilanciamento verso le pratiche estreme che tendono a trasformare il corpo.
Pertanto, dovremmo nuovamente reinterpretare la locuzione di Giovenale e praticare attività fisica per ottenere obiettivi diversi… Obiettivi che mirino ad un benessere asettico da influenze esterne… Obiettivi che portino a trovare il proprio bilanciamento mente-corpo… Un bilanciamento mirato, voluto, proprio…!
Un bilanciamento agognato, che dovrebbe essere propugnato, sostenuto, difeso!